I film di supereroi per cui capii di essere “sbagliato” per questo mondo orco, e sbadigliai con loro, quindi c’offrimmo del tè, godendoci sul (di)vano… di seren(at)e sere, senza “seghe”
Sono in un bel guaio. Ho la certezza matematica, oltreché empirica, che l’umanità è immutabile, e non credo nell’empireo dei falsi dei che idolatrate, comincia a starmi antipatico anche Bruce Willis.
Sì, un tempo, quand’ero adolescente, quel pelato mi sapeva di uomo “salato”, anzi, forte di sale in zucca su robusta camminata a papera da duro un po’ cazzone. La giusta miscela dell’uomo che non deve chiedere mai… al prossimo perché ottiene più ruoli di Stallone, fisicamente molto più dotato ma ai grandi registi più sui coglioni. Bruce dava l’idea che, nonostante la panzetta, avesse più presa sullo spettatore, sì, emanava fascino alopecico da uno con “le palle”, stando anche in pantofole su battutina beffarda. Adesso, ché son adulto e vaccinato, semi-sverginato, possibilmente annacquato, spesso ubriaco, quasi sempre infantile con tendenza a non essere omosessuale e credo però asessuato nel farmi solo i miei, comprendo che quell’uomo ha avuto solo del culo sfondato. Ma d’altronde ve lo siete meritato. Bruce? No, il brucior di stomaco da cui appunto Bruce che qualche pelo ce l’ha, anche sotto lo stomaco. Pigliandovi tutti per il culo.
A molti risulto stomachevole perché sono disinibito e dico ciò che la gente “perbenista” ipocritamente tace. Ad altri appaio stucchevole perché, indubbiamente, quando rivelo di essere innamorato, sto mentendo spudoratamente, forse anche da disperato. Ma sono onesto.
Credo in questo. Viviamo in un paese ove ci saran sempre segaioli su qualche velina calcistica e darete la ricchezza a chi v’ha costretto a stare, disoccupati, altro che adorar le vostre star, con “le mani in mano”, andando nel pallone non solo la domenica ma da lavoratori “balistici” sempre a farvele… girare. Insaccati! Mah, comunque avete la salsiccia! Bona!
Gira che ti rigira, l’Italia è questa. Una pizza in compagnia e un balletto con la cretina scosciata, allupandovi nella “capricciosa”.
Ma non datevi pena. È il mondo che è sempre stato un porcile.
Di mio, mi dichiarai morto a sedici anni.
Da allora, ho fatto molti passi in avanti. Prendendo cosc(i)e(nza) che non potevo cambiare un cazzo del vostro nulla, mi diedi al darvelo nel didietro, con l’inconveniente che non venivo neppure su quelle di buon paravento. Di tette?
No, grazie, preferisco un tetto senza plurale al femminile. In quanto troppo oltre… infatti vivo da barboso barbone e mi riparo sottoterra.
Meglio il solitario e sotterrato dei vermi striscianti.
– Mi sembri rassegnato, sai?
– Ah, mi conforta. Pensavo di non sembrare e basta. Di mio sono il malessere, toglimi il mal e saremo essenza del tutto.
– Non l’ho capita.
– Sì, infatti vivi e mangia.
– Eh, ma devi fare ancora un sacco di cos(c)e.
– Di mio, credo che mai un cazzo feci ed ebbi ragione. Basta vedere come si son ridotte le donne a forza di farseli. E non sono misogino.
– Ah no? Più misogino di così, si muore.
– No, basta conoscere la propria radicata misantropia e starsene al tropico, beati gli scemi, che siete voi, ed evviva la mia superbia.
Sì, sono al top(o).
E me ne vanto di mant(ell)o.
Ora, quali sono questi film sui supereroi?
Tutti. A parte quelli di merda. E anche in questo caso lo sono tutti.