Italia assassina

30 May

In mezzo a questa gioventù stuprata, il Genius, angosciato, distrutto, mortificato, spaccato, di menischi fottuto, amputato ma non puttaniere, esclama: vaffanculo!

E se una cazzata dev’essere che almeno ci sia 
Bob De Niro sfatto con un Travolta!

Entrambi hanno origini italiane, ora combattono in Nord-America.
Ove, fra l’altro, non stanno tranquilli.

Secondo voi, De Niro e Travolta “odierni” sono due gay repressi? Tutte le ragioni per le quali (non) lo sono, in quanto non sanno più… recitare o animali da (tre)set(te)?

De Niro “fucileggia” fra gli Appalachi, fra reumatismi solitari e scoscesi della “carabina” che fu, armato del sessappiglio senile con “licenza di uccidersi”, Travolta è guardia giurata della sua Kelly Preston e, suonati, se le cantano di “mitragliate” nel boschifero addentar la Notte, fin alle zone buie del brad(ip)o invecchiando a braccetto, fra un arco imbracciato e qualche bracciata sui laghi dei cigni che furono.

Sparano ancora o non più spingono? La foresta, dormendo nello scroscio delle cascate, è a lor “cascamorta” e muove gli “orsi” a salm(on)e.

Caccia “spietata” lungo le pareti rocciose, fra “addiaccio” e pose “guerrigliere” da pagliacci, la carriera a puttane si ammazza e gli eremiti rincoglioniti si (con)ficcano di pallottole a residua, lacera “pallina”. Accette di characters ridicoli nel profluvio dello sperpero, mentre gli uccelli cantano briosi e un bambino piscia vicino alla rupe, “appioppandolo” al piombo di questi spompati. E menandolo piovoso come le burrasche equatoriali.

L’usignolo loro s’ammoscia, autunnale va il tramonto, e l’arcobaleno si colora di efferato fra gli sfiancati del reggersi il gioco e anche la zuppa coi “piselli”. Fianco a fianco, tiratori “franchi”.

Ci scappa anche una mezza scopata fra un “tiro” e un bersaglio, e la quaglia del più forte in branda vien… sbranata.

Mentre le colline amoreggiano, un Taxi Driver  delle “nevi” incita i maschi mandrilli ad accaldar le ermelline, mentre John fischia di “zampogna” su scarponi “carrozzati” fra una panzona al mascarpon’ e, da trombato, afflosciarsi all’ultimo Sole del pallore anziano nel De Niro dal neo peraltro “sbavato”. Stanchi, si cuociono un uovo sulle teste frantumate. Ma crepano, indigestione velenosa del minestrone.

Un pescatore li rinviene vicino alla riva fangosa, e li vende alla scema del villaggio.

In quanto da frittura impanata con tanto del “ridersela” sotto la baffuta. Cuoca dei cotti.

Finiamola con la mia massima:
Gli amici sono come le puttane, di cui mai ho fatto conoscenza, essendo uno che reitererò per non tirarmela.

Anzi no.

Vengo attaccato nella mia dignità di scrittore ed eseguo un sondaggio al “cardiopalma” sul prossimo caso umano da ricoverare alla neuro.

Non costruiremo nessun diagramma con crocette da cliccare. Per via del fatto che tutte le risposte sono effettivamente possibili.

1) Trattasi di asociale, sofferente di gravi turbe psichiche di natura ebefrenica derivate da un discontrollo percettivo in natura scimmiesca alienata.
2) Classico troll che sta a girarsi i pollici per 24h, comprese le ore notturne soprattutto, in cui da sonnambulo prega in stato catatonico per fighe vecchie con la cataratta (le uniche sue “prede”, a esser eufemistici , in grado di “aggradarglielo”), al fin di “rassodarsi” per amare se stesso, al di là dell’auterotismo da Woody Allen di qualche periferia ipersfigata, più che da profumo Manhattan da follia a manetta e Manetti Bros, con la pompetta idraulica di Super Mario videogiochino del suo pirullo fra bulloni di rotelle non solo neuronali ma paraplegiche.
3) Esemplare estinto degli australopitechi, indeciso se guardare Australia con la Kidman o mangiarsi un Kinder con un canguro.
4) Patito del feticismo, odia anche i suoi escrementi da alluce da “Duce” del degrado più da zone “basse”, per il grido “Perdermi e mi perderò|”.
5) Calunniatore, appunto a man bassa, forse è uno della Lega lombarda con sdoppiamenti nel Baron Cohen più fantasioso di una demenza precoce latente da emulatore del divismo attoriale in salsa italica con maionese impazzita dello specchio suo distorto a immaginarsi Star del brodino omonimo. Un omen di vero homunculus.

Insomma, una cinquina “vincente”.

Ogni giorno si leggono di ragazzi matti suicidatisi. Domani, leggeremo di questo.

In preda agli incompresi, anziché prendere una compressa, mi stresso e, innervosendomi, mi sento domato da te stesso, in quanto anche me.

Buona nottata.
Si spera non più.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
    E qui era.
  2. Pulp Fiction (1994)
    Un John bello grassoccio ma non grassottello.
  3. Killing Season (2013)
    La fine di due (ere)miti.

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