7th January nel centauro del “Grudge Match” fra Robert De Niro vs Sly Stallone
Breve, “lunghissimo” di pareti “in bianco”, parentesi al “peperon’” a “scopo…” sdrammatizzante versione sit–comedy da ring(hio):
come si suol dire, ridendo e scherzando, siam arrivati agli anni del Cristo non con molti ani… ma di molte prese pel’ culo da via crucis…
Sì, fra tanti miei joint, dicesi creazioni, stavo pensando d’inaugurare una splendida, “comica eppur tragica”, sezione dal tal (mica dei tag-li) titolo: “Il marpione con rosse scarpette che, dopo i burroni, di burri è adesso borioso nella scarpina ove le scaloppine son da gustar, arrampicanti al mascarpone”.
La vita va carpita, “carpiando” una Donna alla faraona nei faraglioni di Capri.
Ebbene sì, parve uno scherzo burlone di qualche “troll” internettiano assalito d’antiche nostalgie fottute da “ripescaggi” delle migliori icone leggendarie del century, appunto, più cinefilo.
(Ri)unire antagonisticamente, l’uno di fronte all’altro, dunque (s)contro, un mito inossidabile, immarcescibile al Tempo, Rocky Balboa, e schierarlo proprio pugnace nel distruttivo, anche per se stesso soprattutto, Jake LaMotta.
Due leggende del Cinema, entrambi premio Oscar proprio per questi personaggi indimenticabili.
Rocky esce nel 1976, vince la statuetta come “Miglior Film” e il signor Sylvester viene travolto da una gloria, sino a quel momento, insperata. Addirittura lo “Zio” per la “Miglior sceneggiatura originale”. Eh sì, scritta interamente di suo pugno. Viene anche candidato nella cinquina dei “best actors”, però perde nella “categoria” in quanto non Peter Finch. Va bene la potenza del “colpo mancino”, ma il quinto potere andò all’appena defunto, quindi postumo…
Balboa, ricalcato proprio addosso al suo essere se stesso, trasmutando nello “sfigato” di Philadelphia borderline, poi pluripremiato da “Peso massimo” sia nella finzione che nella realtà. Invero, Hollywood, sebbene gli consegnò l’Academy, lo trascurò, “relegandolo” a ruoli muscolosi abbastanza fascistoidi, eccezion fatta per la “regola” di Rambo. Un film che, dietro l’azione e tutti gli epigoni impresentabili di tamarro (almeno gli altri due seguiti, qualitativamente inguardabili a prescindere dall’invece “carrozzeria” del suo fisico perfetto, l’ultimo si distingue per una poetica tutta personale e apprezzabilissima), è, se non un capolavoro, una pietra miliare, nel bene e nel male, sui traumatizzati dalla guerra del Vietnam. Una canaglia spietata o un povero Diavolo, eroe d’una ribellione giusta come il giudizio “universale” di Salomone?
Rambo John, io non lo sottovaluterei questo ruolo. No, nient’affatto. Tant’è vero che, inizialmente, la parte fu offerta ad Al Pacino.
Ci credereste? Secondo me, avrebbe funzionato. All’epoca Pacino era, già, scarno, incazzato, da pomeriggi da cani, non palestrato ma di chioma lunga come le mitragliatrici d’occhio tagliente e zigomo intagliato nelle rabbie.
Ecco, direi che Stallone in quanto Attore con la A maiuscola, dopo una miriade di stronzate e porcate alla Cobra, lo ritrovammo in Cop Land.
Ove adottò il metodo camaleontico alla De Niro di Toro scatenato.
Infatti, per “aderire” nel corpaccione bolso, stanco e appesantito dello sceriffo pachidermico e “suonato”, ingrassò una trentina di chili “robusti”.
Nel film, guarda caso, il suo “braccio destro”, che gli dà la sveglia, è Bob.
Con tanto d’Harvey Keitel, “pappone”, a ricordarci che Taxi Driver perse “ai punti” perché, sì capodopera immane, ma meno simpatico di Rocky. Il pubblico pagante decretò il vincitore meno “angosciante”.
Vi basterà scorrere nell’archivio del ’76 per afferrare ogni riferimento.
Così, si sparge la voce (grande rumor…) che, a distanza (im)memorabile, qualche “matto” ha pronto uno scriptchiamato “Grudge Match”. E che la Warner Bros sta(va) pensando d’“affidar” i “guantoni” a De Niro e a Stallone, per una “rimpatriata” rancorosa.
Eh già, Bob vinse per il Jake iperrealistico di Scorsese, ma Travis Bickle fu sconfitto.
Che grave sbaglio nelle votazioni…
“Deadline” ci rise sopra, e considerò la notizia una bazzecola, partorita da qualche perditempo del web. Impensabile una stronzatona del “genere”.
Invece, sarà lo stesso “Deadline”, qualche mese più tardi, a smentirsi e a confermare ufficialmente che la pellicola si farà, eccome.
Oggi, in quel di New Orleans, iniziano le riprese, che si protrarranno nel capoluogo per 45 “Lune”.
Per poi trasferirsi un po’ in giro per gli USA.
Ora, fratelli della congrega. Stallone, a ben vedere, smaltì tutto il cop land, e diventò di nuovo mercenario a cazzone.
De Niro, gli vogliamo molto bene, anche troppo, l’abbiamo lasciato con un po’ di pancetta.
Nelle recenti interviste, ha dichiarato che si stava preparando con un trainer (di training autogeno, in caso di “bocca-bocca” polmonare da crisi cardiaca prossima all’infarto?) per entrare nel suo “method”.
Vedremo. Forse delle belle scazzottate, appunto, o un autosputtanamento (il regista Segal Peter promette una “farsa”) capace, con un “gancio”, d’appendere al chiodo la carriera d’entrambi.
Mah.
Fidatevi, figliuoli.
La pornostar Mischa Brooks vale il “pezzo” del “biglietto” da “staccartelo”.
Una che merita d’essere messa a “tappeto”.
Perché come succhia la figona Mischa, neppure Sara Tommasi più “fighter”.
Ho detto tutto… tutto tutto…
Ma vengo corteggiato e da chérie, non da sheriff, rispondo nel mio umorismo irresistibile:
Eh eh, con questa tua dobbiam confutare parecchie leggende, rimanendo in ambiti e abiti batmaniani, sul mio (reso-non arreso mai) conto. Rendiamocene di conti che non tornano, alla Clint Eastwood del Dollaro. Sì, in effetti, sai che, quando mi sbarbo e m’alliscio le gotine, al Clint assomiglio non poco, giovialmente e giovanilissimo parlando?
Ora, il Genius, che hai incrociato oramai quasi un anno fa, era un Genius distrutto e tumefatto da esperienze di cattive frequentazioni. So a cosa addurre tale villana emarginazione, adesso. Si chiama invidia, gente che aveva annusato già or son il mio talento letterario e volle perfino rubarmelo. T’aggiornerò di tal sciagura, causa disgraziati citati e non da citar più (come delle Cheete, scimmiette di Tarzan), se ne vorrà e varrà l’occasione. Di mio, spero di leggere da qualche parte il loro memoriale…, no, troppo cattivo? Se ti narrassi tutta la storia, son anche quasi “ecumenico”. Era d’arrivar alle mani! A mano armata! No, scherzo, ma uno schiaffo, perlomeno, se lo meritavano proprio “sfacciato”.
Sfatiamo il mito che mi vuol eremita. Ho sempre primeggiato, sin alle mie prime crisi depressive, in prima linea. Che tu mi creda o meno, ero un valido e valorosissimo attaccante che sfiorò categorie e vette anche di laute paghe. L’avresti immaginato? Vedi, alle volte il caso, la necessità, le vie “traverse”, i pali, la rete sociale, l’imbragatura, gli imbrogli, gli autoinganni e anche gli autogoal come posson “arretrar” in difesa a zona mista di pressing e stress? Sì, ero un Roberto Baggio, più colto dei miei coetanei, quasi tutti tamarroidi con già del catarro di troppe sigarette, signorile nelle movenze imprendibili, ma pur sempre balistico. Un campioncino dei campi. Un budino, un buddhista, un antimaterialista nelle aree di rigore… (u)morale.
Poi, appunto vari (e)venti traviaron la vita allegrella e m’indussero alle tentazioni metafisiche.
Ciò non toglie che alcune mie fobie claustrofobiche fossero state avvelenate alla radice da erbe malsane. Colpa dell’erboristeria che mi rifilò delle tisane non savie?
Mah.
No, ho la patente, e ho ritrovato altri amici. Certamente, il percorso, dopo il “fallo” non di fair play a incendiarmi come un falò, è stato duramente riabilitativo. Ma non pensare che sia sempre stato così. Anzi, credi che per scrivere io tragga spunto solo dalla fantasia? No, se non vivessi e mi mischiassi al Mondo comune, sarei un noioso esistenzialista farfallone da fiocchettino di Prima Comunione. Anche finocchietto e Pinocchiello. Anche se, sul suo naso, allestirei una tua strizzatina in mezzo alle tette. Il naso s’allunga e qualcos’altro, di gambe nelle minigonne corte, s’ingrossa, e “la” spunta.
Le resistenze, dopo l’operazione al mio motori(n)o, son ancora visibili. Quanto il dimagrimento dopo aver assunto dei “calmanti” per risollevarmi-alleviarmi (secondo me, affossarono-afflosciaron e basta d’ottundimento neuronale nella libido ammosciata). Infatti, mi candiderò come cristologico evanescente e vanesio che non c’è, lo specchio a volte non sa cosa riflettere. Se la mia immagine irriconoscibile o tale riflessione: “Prima era scomparso, adesso a mala pen’ lo vedo…”.
Tutto vero, e amo ironizzarci per non piangerci.
Ah, il discorso, per la presentazione del mio capolavoro letterario, è pronto e ben “rodato” con tanto di miei allenamenti ritmati previo “gargarismi” per sciacquare lindo le labbra e schiarir la gola.
Lo so, suonerà preparato ma vorrei leggere e, in qualche modo, recitare tutto il testo da me approntato. Per lasciar così l’impronta. Delle onte e dei racconti di chi mi darà del “tonto”, solo perché terrò sotto mano il fogliettino, non m’importa. Quanto importerò, di vendite acquistandole da buon imbonitore? Son o non sono la bomboniera? Apparirebbe forse più falso se sciorinassi una pappardella “a memoria”. Da confettino.
Fra l’altro, vista la complessità dei riboboli e dei giochi di parole, neppure il più ispirato Al Pacino dei tempi d’oro potrebbe tener tutto a mente e scandirlo senza inceppare. Alfredo fu lupo di gran pelo, appunto, ma questa sua versione, a Broadway, di “Glengarry Glen Ross”, ha smarrito qualche lines. Si chiama leggero rincoglionimento dovuto alla sua amante molto più sciolta di “lingua?”.
Comunque, vi saranno dei suggerimenti. M’hanno garantito di star tranquillissimo. Tanto è tutto registrato. Se va pessima la prima, come si suol dire, ci sarà la seconda. Il centesimo Ciak potrebbe provocare un crack, però.
Mi terranno dentro tre ore piene, tonde tonde. Per una manciata di minuti radiofonici e altrettanti audiovisivi. Che cazzo (scusa la volgarità, ma ci vuole sebben a me sia desueta) mi stan combinando? Non è che spunterà Tom Cruise d’Intervista col vampiro per succhiarmi il sangue, rubarmi il libro e, rubin-rubicondo tanto tronfio, urlare: “Sono sempre io il più bello!”.
Sarà un tonfo? Un trofeo? In poche, molte parole, la tua figa?
Ricordate: comunque vada, non “entrerà”.
Dove ogni Uomo vuole ma sa che nell’eppur, di puè, non se la fa.
Sotto…
Sparatevi questo video illustrativo. Di Manzoni Alessandro qui io vi parlo in toni elegiaci alla Terrence Malick ma il catalogo delle modelle di “Sports Illustrated” è meglio.
Fidatevi. Affidatevene e annuserete il “prete” bugiardo ch’è in ognuno di voi.
Parola del Signore. Scambiatevi un segno di Pace e, se qualche vecchietta rompe le palle, picchiatela simil Stallone alla De Niro.
Perché abbinerete il “muscolo pompato” a un fanculo beffardo di sorriso-Robert su “Beccati questa” alla Bickle.
E, soprattutto, meglio sotto mia bella, quando il “gioco” si fa duro…, il cazzo un po’ si ritrae e un po’ tira. Si chiama “effetto montante” da stenderla…
E, se i tendini dell’avvinghiamento vengon scort(a)ti da un guardone dietro le tendine, perché costui soffre di “tendenze” anomale, dategli un pugno e speditelo alle “pugnette”.
La vita è come un Pulp Fiction. Oggi sei Marcellus Wallace, domani senz’uccell’ in cul’, domani Travolta con le “mani in pasta” e poi Willis che fa delle scenate per un orologio da “gioielli di famiglia”.
Abbiate fede. Ve lo dice Padre Quintana.
P.S: per colpa d’inutili psicofarmaci sfioravi un quintale di bilancia, dopo i bilancieri mi son ridato, eccome se me la danno, ai “pettorali”.
Un po’ “pollo” Balboa e un po’ “toro del Bronx”.
Di mio, m’accontenterei di Marisa Tomei. Di denti è apparato gengivale sul castoro ma, di cosce, è da incastonare di “botte” con tanto di saliva.
Tale è una porcata? Meglio di tua sorella, che serve messa e dà agli ammalati il vino col salame, nelle “cappelle” del parroco, che tal è solo quando celebra l’“ascensione”.
Eh sì, Adelmo Fornaciari detto Sugar (Ray?) è Uomo Zucchero e, durante le “ostie”, canta(va)… e mangio pane, p… ne e “sale”.
Solo una sana e consapevole libidine salva… dall’azione cattolica.
Ora, attaccate quel merdoso al palo, e voi donne “accattatevelo!”.
Che coro, che cuori, che “stiratura”.
Che die hard.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Evviva Rocky!
- Toro scatenato (1980)
- Rocky Balboa (2006)
- The Fighter (2010)
- Cop Land (1997)
- Lassù qualcuno mi ama (1956)
- Città amara. Fat City (1972)
Tags: Grudge Match, Jake LaMotta, Robert De Niro, Rocky Balboa, Sylvester Stallone, Toro scatenato