Ha bisogno di soldi? Ma smettetela.
Siamo noi, comuni mortali, che facciamo le cose per ragioni alimentari, mica Nicolino.
Sì, Nicolas Cage, imbattibile.
Dopo aver dilapidato un patrimonio, andando letteralmente a zoccole, fra cui Jenna Jameson, dopo aver bruciato in soli tre mesi circa centocinquanta milioni di dollari, soldi coi quali, peraltro, poteva pagare tutte le puttane del pianeta Terra, spendendoli invece nel costruirsi una piramide, un mausoleo per quando sarà morto, dopo aver sciupato e mandato a troie un matrimonio nel giro di 72 ore, dopo aver lavorato negli anni novanta coi più grandi registi viventi, fra cui Scorsese, De Palma, John Woo e chi più ne ha più ne metta, senza sprezzo del pericolo, come un impavido kamikaze, sta girando a raffica, sbattendosene altamente della qualità.
Film ignobili, impresentabili anche per il cinema parrocchiale della chiesa del mio quartiere, San Martino, film che nemmeno sua cugina Sofia e lo zione Francis Ford vorrebbero vedere neppure se Nicolas finanziasse i loro prossimi progetti, legandoli sul divano a guardarli sotto tortura come Alex di Arancia meccanica.
Nicolas, bando alle ciance, è uno dei più grandi attori della storia, un uomo talmente coraggioso da essersi incarnato nel suo Ben di Via da Las Vegas. Anziché succhiare le tette di Elisabeth Shue, ha prosciugato la sua anima, leccandola dolcemente. Immedesimazione totale, un suicidio lentissimo, distillato in pellicole più brutte di Anna Mazzamauro ma di cui lui va fiero, sottoponendosi a infinite interviste nelle quali dichiara che è stato orgoglioso di esserne il protagonista indiscusso.
Ladies and gentlemen, Nic!
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