Prefazione che c’entra come i cavoli a merenda ma serve a dare pepe alla rivelazione: Daryl Hannah è davvero autistica?
Ieri pomeriggio, conclusi la scrittura del mio nuovo libro. Che spero di pubblicare entro Natale. Cosicché, potrò essere per voi, per l’appunto, Kurt Russell di Qualcuno salvi il Natale. Film di cui, in gran segreto, pare che si stia girando il seguito.
Ce la vogliamo dire? È una stronzata colossale ma Kurt, grazie al suo carisma indubbio, riesce ad ammantare tale pellicola per bambini di qualcosa di speciale.
Grazie al potere dei suoi personaggi del passato, il mitico Jena Plissken e Jack Burton in primis, riesce a farci dimenticare di essere oggi un simpatico nonnetto sposato a una donna a me mai piaciuta, ovvero Goldie Hawn.
Ma torniamo al mio libro, miei uomini liberi. Trattasi, ovviamente, come sempre di capolavoro assoluto della letteratura mondiale. Sarà, al solito, comprato da dieci persone. Due delle quali i miei genitori.
Ma io non dispero e offro perle ai porci. Inserendo, come vedrete, in copertina un’altra figa straordinaria. Che, modestamente, conosco e voi no. Ah ah.
Detto ciò, mie renne, un tempo la radiocronista Rosaria Renna mi fece drizzare le antenne e avrei voluto scartarla sotto il mio albero con tanto di luminose palline incandescenti.
Facciamo i seri, non lasciamoci prendere dal goliardico ormone dei nostri adolescenziali turbamenti. Sì, Rosaria oggi è ingrassata e forse, il 6 Gennaio, fa la calza…
Ah ah, ma vecchia gallina fa buon brodo e non si butta via niente.
Così come Daryl Hannah non è più la mega-gnocca stellare d’una volta, cioè quella di Blade Runner e di Splash.
Ora, chiesi alla modella del mio nuovo libro, di prossima pubblicazione, se parteciperà in futuro a una mia eventuale presentazione. Lei, meravigliosa e sorprendentemente pudica, mi disse con estremo candore e superba gentilezza, che parteciperà assolutamente ma non vorrebbe parlare in pubblico poiché è molto timida.
– Davvero? E come fai a fare la modella? Sì, capisco, basta la bellezza e tu ne hai da vendere ma pensa a Monica Bellucci. Ora, a mio avviso, non imparò mai davvero a recitare ma, una volta divenuta famosa come mannequin, ricevette proposte cinematografiche a iosa e dovette cogliere l’occasione al volo, frequentando dunque corsi di recitazione per migliorare pure la dizione.
– Stefano, si vedrà. Se son rose fioriranno.
Al che, contattai un mio amico:
– Sì, Stefano, è vero. La ragazza della tua prossima cover è magnifica. Come si suol dire, lascia senza fiato e senza parole. Dunque, potrebbe anche essere muta. Lei posa per le fotografie, non c’è bisogno che parli. La sua venustà parla da sola.
Per esempio, lo sai che Daryl Hannah è autistica?
– Autistica? No, non credo. Ha recitato in tantissimi film e l’ho vista in tantissime interviste. Non mi pare autistica. M’informerò. Se mi dici che lo è, perché non dovrei crederti?
Esistono però vari livelli di autismo. Sicuramente, Daryl non è la versione femminile di Dustin Hoffman di Rain Man.
Secondo me, potrebbe tutt’al più essere affetta da una forma particolare di autismo.
Esiste anche l’autismo schizofrenico, “malattia” che ti potrei illustrare perché io ne soffrii. Cioè, mi chiusi talmente tanto da diventare quasi muto, parlando a fasi e dando a tutti l’impressione di essere ritardato e un tontolone.
La matassa, ora, è stata sbrogliata. Diciamo che, ricevendo puntualmente l’insistita, mai redenta indifferenza altrui, non essendoci comunicazione di alcun tipo fra me e gli altri, si crearono nella mia psiche dei meccanismi inconsci di difesa per sopperire alle carenze persino affettive.
Appena mi sbloccai, successe uno zibaldone. Appena baciai la prima ragazza, tutto eccitato, come se avessi mangiato lo zabaione, le persone sospettose vollero farmi il festone.
Accadde un casino della madonna.
– Sì, è vero, Stefano. Credo che sia esattamente così. Conosco la tua storia.
Daryl Hannah, come volevasi dimostrare, io non sbaglio mai, soffre della sindrome di Asperger.
Al momento io, invece, soffro solo della sindrome della pipì da asparagi.
Sì, se doveste andare a letto con una donna, non mangiate prima gli asparagi. Poiché provocano l’alito cattivo e se, dopo l’atto sessuale, andrete in bagno per effettuare una minzione, potreste appestare tutto l’ambiente con un cattivo odore bestiale da puzzoni.
La vostra lei vi reputerà dei topi di fogna. Prima si riscaldò col vostro ardente tizzone ma, dopo che la mungeste, no, mingeste nel tazzone, vi prese a calcioni nel culone.
Sì, già dapprincipio, amico caro, ti considerò un minchione. Poiché anche se, al primo appuntamento al buio, non spiccicasti parola ma lei volle assaggiarti lo stesso in un sol boccone per via del tuo fascino da affascinante coglione irresistibile della situazione, constatando con mano e non solo che sei molto dotato, dopo aver depositato nel suo bagno tutto quel fetore, eh già, ti diede del minchione in senso (s)figurato, cioè ti prese a pedate nel culo e ti cacciò via dalla sua abitazione.
Ma, dalle mie avventure da uomo invisibile, che io mi ricordi, Daryl non mi parve proprio tanto chiusa, il protagonista di D.A.R.Y.L., eccome. Diciamo robotico, un Falotico.
Ecco, se continuerò di questo passo, no, non farò la fine di Berlusconi ma io stesso diventerò un manichino esposto degli ex centri commerciali Aiazzone.
Azz’, che sorpresone!
Lasciamo stare adesso, però, le belle donne e la mia prima donna, parliamo invece di Ed Sheeran, il cantante romantico. No, di Frank Sheeran, suo lontano, ingrato parente dinastico…
Ogni irlandese è uno scarrafone
Sì, da poche ore, possiamo ammirare il nuovo entusiasmante trailer di The Irishman. Un trailer oserei dire liscio come l’olio, in splendido, roboante HD che m’eccita non poco.
Mi eccita quanto l’attrice Lauren Cohan. Attrice dalle caviglie morbide, dai piedi delicati, donna che non saprà mai recitare come dio comanda ma l’importante è che sappia, con raffinatezza arrapare, come dico io. Io sono meglio di dio, è ovvio.
Bene, sono convinto che, se la Cohan si spogliasse totalmente ignuda dinanzi a me, riuscirei a farle vincere l’Oscar, insegnandole a recitare alla grande, sì, perché la recitazione nasce dall’anima, dunque, più l’anima è accalorata e senziente più, godendone a dismisura, ne verrà anche di superiore, egregia, brillante dizione, perciò sono altresì sicurissimo che The Irishman sia uno dei film più belli della storia.
Ecco, a differenza della Critica statunitense, totalmente concorde nell’esaltare giustamente quest’intoccabile capolavoro, molti critici nostrani, anziché scrivere sui quotidiani nazionali, sarebbe meglio che andassero a coltivare le cicorie, vendendole poi al mercato rionale.
Poiché, stroncare The Irishman, per puro diletto e per presa snob di posizione, così come fece Francesco Alò, equivale a dire, in maniera direttamente proporzionale, che Lauren Cohan non sia una passera enorme soltanto perché non ve la potete permettere.
Sì, torniamo alla storia della volpe e l’uva.
Giacché non siete Scorsese, lo criticare per gelosia.
Anch’io, essendo oramai scrittore inarrivabile e d’inoppugnabile grandezza esemplare, sono preso di mira da tempo immemorabile da gente che non soltanto non sa scrivere neppure con la stilografica, bensì la Cohan la vede solo col binocolo.
No, io giammai feci all’amore con la Cohan né forse lo farò. So però che la commessa della Coin in centro a Bologna, eh sì, si chiama Laura e forse con lei sarò Conan… il barbaro.
Sì, l’arte per me è stata basilare.
In tempi di magra sessuale, se non mi fossi appassionato a Scorsese e a De Niro, avrei fatto una strage come Travis Bickle di Taxi Driver.
Sì, molte metropoli sono dei porcili. Vige a tutt’oggi la prostituzione minorile, alcuni si vogliono candidare a sindaco e molte donne analfabete vogliono ascendere in Parlamento per dettare legge istituzionale.
Mi parve già allora che stessimo esagerando.
Oggigiorno invece impazzano gli hater.
Ieri mattina, condivisi il link della vendita di un mio libro su un gruppo letterario. Al che, un fake mi coprì d’infamie, spacciandosi per esperto editoriale.
Contattai la casa editrice per cui tale malfattore dichiarò, nelle info, di lavorare.
A quanto pare, non c’è nessun col nome fittizio da lui inventato chissà secondo quali strani ragionamenti bacati, che lavori per questa casa editrice della quale, in tale sede, non mi pare opportuno rivelare il nome.
Perciò, altra denuncia al “villain”. Ne collezionò già tre da fine agosto a metà novembre. Veramente un genio, questo qui, non c’è che dire.
Ah, la gente non ama Lauren Cohan, non ama The Irishman, non ama non solo il prossimo suo ma non possiede nemmeno dignità e amor proprio.
Tali persone dicasi poveretti.
Gente che, come si suol dire, senz’arte né parte, sa solo offendere, criticare, stroncare gli altri.
Ma, se fossi in costoro, vale a dire degli impostori, all’FBI delle loro coscienze sporche, eh già, finalmente confesserei la verità.
Tanto, la loro vita è emozionalmente finita, a che servirà fare quindi come Bob De Niro di The Irishman che, nemmeno in punto di morte, volle, anzi vuole confessare a un innocuo prete il suo crimine mostruoso?
Insomma, è gente mafiosa questa, questi qua non saranno mai pentiti ma li metteranno, quanto prima, alla protezione animali.
Sì, attaccano il prossimo perché, anziché fare il barista, fa l’artista e dunque, a loro avviso, non è una persona umile ma un porco.
Sì, visto che a loro piacciono i lavori “sporchi”, a forza di comportarsi da malavitosi ipocriti, li vedremo pulire le latrine… però dei volatili.
Sono delle orche! Fidatevi, a questi preferirò Orchidea selvaggia. Film di merda ma sicuramente meno merdoso di tali merde.
Di mio, ho poco da discolparmi. Furono gli altri ad accopparmi. Sì, gli altri, per via del fatto che s’accoppiarono e io no, vollero pure, come se non bastasse, prendermi a ceffoni.
Non ho rimpianti anche perché, a differenza di Bob De Niro/Sheeran, direi che sono ancora un bel guaglione.
Potrei fare la fine di Sean Penn, sciupafemmine mai visto, celeberrimo ex della signora Veronica Ciccone.
Come direbbe Renato Pozzetto: eh, la Madonna…
Tornando invece a Daryl Hannah. Sì, Joe Pesci, dopo anni di ritiro, in The Irishman fu nuovamente una rivelazione.
Poiché Pesci sa che i pescioloni abboccano.
E con Angie Everhart usò il pesciolone…
di Stefano Falotico
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