Non sono cazzi che vi riguardano. So che siete sempre interessati ai miei cazzi ma ne ho solo uno e non mi piace offrirvelo. Lo servo come un dolce struffolo caldo a una donna da riempire del mio candito.
Che poi a me piace più il pandoro. Il pandoro è come una pornostar. Io conosco tutte le pornostar.
Sì son donne da bue e asinelli che riscaldano col loro fiato il bambinello e lo viziano, lo corrompono sin da subito. I re magi gli portano i doni profumati e lui cosparge codeste zoccolone, incensandole incessantemente del suo oro colante, egli tutte le mira e, mirabilmente, ammirandole le crocifigge, poi le imbalsama con la sua cremosa mirra. Sin ad ascendere al paradiso dopo essersi fatto uomo reincarnato nella pelle di tali Maddalene invereconde.
Io da piccolo mi chiedevo sempre che cazzo fosse la mirra. Mi chiedevo anche cosa fosse un porno. Ai miei tempi, non c’era la pornografia online. Al che, se volevi vedere qualcosa di movimentato, qualcosa per l’uccello fumante, dovevi comprarti una tessera per noleggiare questi film proibiti da Il nano e La Mela, ove ritiravi videocassette già tutte lerce, passate di mano in mano, per sconcezze personali d’inconfessabile masturbazione probatoria. Sì, probatoria, era registrato nell’archivio informativo, dopo che pagavi la fattura, che avevi noleggiato un porno. E quindi quello del negozio, con tanto di foto segnaletica sulla tua carta d’identità, sapeva benissimo che quella sera ci avevi dato dentro… sì, certamente uno non noleggia un porno per commuoversi e piangere come davanti a Jules e Jim, ma per slegare il suo Big Jim dinanzi a quelle Barbie tutte lisc’. Versando gocce di sudore, incalzando nell’orgasmo montante, gestito in piena autonomia senza paura della prestazione con una donna che ti rompe i coglioni, è già venuta e ti obbliga ad accelerare quando invece volevi ancora lentamente assaporare il sapor lievitante del tuo membro strusciante, croccante.
Eh sì.
Ora, le più grandi fighe della pornografia americana degli ultimi vent’anni sono queste:
Brianna Beach. Noleggiate il film Control 4 e andrete Fuori controllo come dei pazzi Mel Gibson nell’omonima pellicola di Martin Campbell.
Parliamo di un culo strepitoso, ah, Brianna.
In fatto di culi imbattibili, ficchiamo alla grande anche la mitica Naomi Russell. Beccatevela nel film Ass Addiction e poi mi fate sapere… se dopo la prima visione, la vostra pressione è normale, siete indubbiamente froci.
Una delle mie fisse è stata Rhiannon Bray. Una faccia un po’ da uomo ma un Lato B che neanche Sofia Loren di pene, no, Pane, amore e fantasia. Sì, una vera ciociara questa Naomi.
E naturalmente Kendra Lust.
Ma avrei tante da raccontarvene.
Bene, ora pensiamo ai buonismi del Natale e basta con le cazzate, ah ah.
In questo anno son successe molte cose brutte e molte cose belle.
Dopo queste bellone, parliamo delle cose bruttarelle forti.
Innanzitutto, il cinese da cui andavo ogni mattina a prendere il caffè… ha chiuso baracca e burattini. Perché strozzato dai debiti. E io non posso più parlare da Ghost Dog con uno col quale ero in perfetta sintonia ma non capivo una minchia di quello che diceva. E lui rideva. Mah.
Per mesi, ho svolto un telelavoro ove mi son fatto il mazzo e spaccato il culo. Ma la ditta per cui prestavo servizio è fallita e io non ho visto neanche un Euro per pagarmi il caffè. Ho detto tutto.
La zia di mia madre è morta, io invece, dopo cinquemila anni di diagnosi bacate di psichiatri, questi sì, puttanieri, son stato scagionato da ogni impiccagione al mio uccello, represso per tempo immemorabile con farmaci contenitivi.
Contenitivi di che? Faccio, a parte qualche vizietto, una vita da monaco. E, appena entro in un posto pubblico, dei troioni di un metro e novanta m’inculano a sangue di battutine perché capiscono, al primo sguardo, lontano un miglio, che non sono un maniaco sessuale come loro. E, da virili machi orgogliosi delle loro aggressività sessuali, vogliono coglionarmi perché stanno assieme a donne palestrate e mi dicono che non gliela faccio.
Saranno pure bone le lor signore ma le porti a vedere un film di Clint Eastwood e pensano: ah sì, Eastwood, quello con le pistole…
Quello con le pistole.
Devo dirvi la verità. Da quando mi son abbonato a Netflix, vado pochissimo al cinema. Mi son stufato di tutti questi tamarri che ridono alle battute sbagliate, che mangiano come dei maiali, che sghignazzano, di lingue salivano con le loro oche ritardate e sono degli analfabeti, non soltanto dei quotidiani nazionali, ché mai sfogliano manco a pagarli, nonostante ritirino lo stipendio a fine mese, parlando di Calcio tra una scartoffia e una penna stilografica senza inchiostro, ma non conoscono la lettura dei film.
Zero spirito critico. Sono però quasi tutti laureati. Sì, imparavano a memoria venti pagine al giorno per pigliarsi dei buoni voti e si son dunque sistemati, dietro certificato statale, negli uffici comunali.
Da allora, sono l’incarnazione delle migliori pellicole di zombi di George Romero. L’unico momento di loro vitalità è quando con le loro sceme d’imbecillità scopano puzzolenti, scoreggiando tra una botta e un piatto di maccheroni. Allegria!
Mi sa che l’ultimo film che ho visto al cinema è stato Ore 15:17 – Attacco al treno. La storia della mia vita. Sono come Spencer Stone, un coglione mai visto dal quale mai ti aspetteresti una mossa del genere.
Sì, e mi sa che il nuovo film che vedrò al cinema sarà The Mule.
Ma cos’è questo Mary Poppins con Emily Blunt? Diciamocela, non va affatto bene per la parte.
Julie Andrews aveva classe. Questa Blunt invece è solo una strafiga zotica. Ma siatele Sicario. Dai, questa è una bagascia da viali. Che c’azzecca con un personaggio così tenero da zucchero a velo come quello sul pandoro? Sì, è una mezza pornoattrice tale Emily. Forza, negri, pompatela di “supercalifragilistichespiralidoso” Merita solo di essere sbattuta!
Eh, secondo me, al di là delle belle gambe, questa Blunt, in quanto a Poppins, no, poppe, fa schifo. È piattissima.
Suvvia, vada a lavare i piatti.
Fra le altre cose brutte, son avvenute tragedie incolmabili, lo so.
Compresa la mia. L’unico genio con quasi cinquanta libri all’attivo e il conto in banca che nemmeno quello al semaforo vicino via Prati di Caprara, qui a Bologna. Ho detto tutto. Che vita!
La verità va detta. L’abbiamo preso tutti in culo. Chi più chi meno. Roba che le donne pornostar si sognano.
Sì, loro al massimo avranno preso inculate mille volte.
Io direi che noi ne abbiamo prese molte, molte di più. Loro, fottute così tanto, sono miliardarie.
Noi siamo senza una lira e morti.
Complimenti a questa bella società di puttane.
Buon Natale!
E, mi raccomando, scartiamo i regali.
Quale sarà la sorpresa?
Sì, domani mi faranno una diagnosi di schizofrenia alienante con anomala depressione inchiappettante, portandomi vicino al coma farmacologico e al suicidio scampato per un pelo, e finché la barca va… lasciala andare.
– Stefano, ma davvero guardi i porno? Che vergogna!
– Tu invece cosa guardi?
– Io sono alto, alto, altissimo!
– Sì, attento a non sbattere la testa al soffitto. E che ti cada una tegola.
Emily Blunt è un’ottima attrice? Mah, a me sembra un’eccezionale leccatrice. La faccia c’è tutta, poi tiene il microfono come fosse quello duro di Siffredi.
Non è una volgarità da demente, la faccia di Emily non mente!
di Stefano Falotico
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