Sì, è arrivata oramai Pasqua e Cristo ascese al cielo, si era fatto uomo per soffrire e indignarsi, per adirarsi e combattere un mondo ingiusto, ma morì per mano di Ponzio Pilato che lo diede in pasto al popolino, quello che guardava L’isola dei famosi già in una Palestina infame, che non poteva comprendere il suo messaggio di pace e preferì rimanere fascista.
Cristo predicava l’elevazione delle anime, ma gli uomini vollero solo andare in palestra per diventare dei giocatori di Football.
Il terzo giorno è resuscitato, come dice il Vangelo, non so se quello di Matteo di Pasolini, di Marco, omonimo di due miei ex amici, uno con cui feci le elementari e le medie e poi l’abbandonai in una fase liceale in cui mi permisi di aver la licenza “superiore” di abbandonare con gratuita liceità le socialità adolescenziali da me reputate inferiori, e un certo Morigi, ragazzo morigerato con cui svolsi il servizio civile da obiettore di coscienza.
Sì, nella mia vita molte volte, con qualche giravolta, ho obiettato la mia coscienza, l’ho anche obnubilata, l’ho obliata, sì, la dimenticai e molte amicizie fatue mendicai, ma non son mai stato un mentecatto. Se abbisognavo di amici, che forse amici veri non furono, non rinnego quei miei moti dell’animo così generosamente ingenui. Eppur fui tradito e vilipeso, anchilosato e sedato proprio quando stavo per rinascere e, armonicamente, la mia mente già si era sganciata dal plebeo porcile di massa. Sì, la mia è oggi la vita di un poeta minimalista che fa discorsi massimalisti, anche animalisti, sì, in quanto non vegano, ma amante della carne cruda, e scrive massime dedicate al minimo storico di questa società di oggi, oramai inebetita da Instagram in cui tutte le persone in questo giorno pasquale son felici e scartano le uova, quando invece son solo marci, strapazzati e son imputriditi da cioccolatai delle loro emozioni zuccherose quando predicano il buonismo pedagogo e politicamente corretto e, se vengon toccate anche solo da Equitalia ecco che non più equi sono dopo essersi fatti un sonnellino ma, scalmanati, staccano la spina… lor dorsale della finta compostezza e bestemmiano! No, non siate blasfemi, siate giusti e pagate ciò che avete rubato. Sì, dovete pagare le multe, siete passati col rosso, e qui non si transige. Perché dovremmo transigere quando anche noi, per distrazione, trasgrediamo il codice stradale e veniamo multati ma paghiamo?
Io l’ho sempre pagata… ma nessuna Maria Maddalena ho mai pagato, e son anche pagano, perfino un partigiano, mangio le pennette col Parmigiano e, ripeto, non son vegetariano.
L’uomo, come tutti gli altri esseri viventi di questo mondo, è un animale. Un animale che s’imborghesisce perché così può campare e farsi rispettare con la balla della “dignità”, a meno che non sia Rocco Siffredi che per sua stessa ammissione dichiarò che si è sempre sentito una creatura di Tim Burton. Sì, non sto scherzando, ah ah, ha sempre detto che è un “diversamente abile”, mentre la maggioranza usa il cervello per usare qualche volta nelle donne l’uccello, lui ha optato per una soluzione facilissima. Ha sempre usato con enorme parsimonia solo ed esclusivamente l’uccello per dare “emozioni” agli uomini intellettuali che, frustrati da una vita troppo pensierosa, abbisognano talvolta di masturbarsi coi suoi film, sognando di essere al posto di Rocco, cioè lui e solo lui… Insomma, questo Giuda Iscariota del Siffredi è uno che si è “immolato” al “sacrificio carnale” per voi. È un Dio! Cristo! E si dà, si dà tutt’ora in maniera lodevole per la salvezza dei vostri autoerotismi “ascendenti” nella valle di lacrime di una vita sfigatissima ma a cui volete comunque bene. Ah ah, solo pene… per le donne di Rocco, “poverette”.
Sì, anni fa incontrai un “apostolo” di cognome Romano, che mi disse:
– Stefano, Rocco è un grande. Sì, è un uomo che per arrivare a una scelta di vita così radicale deve aver perso tutto.
– Siamo sicuri?
– Sì, è un coraggioso. Quando ha capito che non aveva nessuna qualità, si è dato alle più grandi fighe in quantità…
– Non poteva suicidarsi?
– No, si è “eretto” a uomo nudo, spogliato completamente… ed è “venuto” mille volte per noi.
– Capisco.
Ora, l’altro giorno Sean Penn era allo show di Stephen Colbert. Potete vedere qui la clip.
Pare che dopo aver scopato Amber Heard, e se non sapete che se la scopa siete dei farisei, perché so che non conoscete le buone novelle ma comprate sempre Novella 2000, ecco, dopo essersela serenamente inchiappettata, il suo viso, come potete constatare guardando il video, ne ha risentito ed è diventato Daniel Craig al suo peggio.
Sì, Sean Penn è uno che ha sostenuto i matrimoni gay, ha vinto l’Oscar per Milk, e un altro per Mystic River, è stato appunto un ebreo per Sorrentino, ma pare che non disdegni i soldi e le troione, nonostante continui a vestirsi come un habitué del Bar Jolly, locale limitrofo a casa mia ove i disoccupati che indossano ancora il bomber vanno a bere qualcosa che li tiri su.
Ho detto tutto.
Voi davvero credete che un miliardario come Sean Penn scriva libri contro Trump perché ci crede davvero? No, perché così si sente un comunista cazzuto, un liberale stimato e ha chance in più per piacere all’intellighenzia che può scrivergli belle critiche cinematografiche.
E ricordate: solo io vi dico la verità. Gli altri vi raccontano solo idiozie e, se proverete a ribellarvi all’idiozia di massa e vorrete cambiare il mondo, vi faran passare per dei poveri Cristi.
Fidatevi… l’ho provato sulla mia pelle e ancor ne porto le stigmate.
Ah ah.
Sì, c’è un mio cavallo di battaglia che rimane un pezzo imbattibile della mia personalità.
È questo:
– Ciao, sono una donna fascista, edonista, che ama i gioielli e ha mille amanti oltre ai diamanti, ma sta con un vecchio che mi mantiene così, quando sarà morto, erediterò da lui. Eredità, non sono erudita ma ne ho fatta di strada, tutti mi rispettano.
– Brava figliola, brava. Adesso, vai a lavarti. E poi pulisci.
– Mi hai preso per una sguattera?
– No, ma gli altri ti hanno preso per una zoccola. E puzzi.
– E tu… come mi hai preso?
– Io non ti presi né davanti né dietro. Ma ho voglia di prenderti per il culo.
– Lo dico a mio marito. Lui ti denuncerà per queste tue offese.
– Non vede l’ora.
– Di denunciarti? Ah sì sì, puoi starne certo.
– No, non vede l’ora che, dopo vent’anni che l’hai sposato, finalmente, oltre a dargliela per avere la pelliccia, gli parli di qualcosa. Si sarà stancato solo di quello/a, no? È un uomo oramai anziano, due chiacchiere non gli fanno male.
– Che vuoi dire?
– Quello che ho detto. Ora, via dal cazzo, mignotta!
– Certo che lei presenta una visione della vita repellente e tristissima.
– No, vede, la mia è una visione pura, purissima. Più pura di così si finisce in croce.
Ora, mie pecore nere, andate…, il mondo è formato da lupi? Be’, mangiateveli.
di Stefano Falotico
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