Delle mie principesche agonie, dei magoni altrui, anche dei loro “maglioni”, e War with Grandpa
Principe lo nacqui per discendenza nobiliare della mia anima mai contraffatta, mai sporcatasi con le iniquità ammorbanti di un mondo che le coscienze pure vuole perennemente inquinare. No, non mi corruppi mai, e ancor navigo di mia scialuppa selvaggia e fiera, paladina della libertà vera in un questo mare di odi, ove il vostro maligno (i)odio cresce a dismisura, in modo inversamente proporzionale al mio autarchico star al mondo focoso. Fra questa gente che starnazza e le sue cattiverie starnutisce, io sempre più rinsavisco e bellamente la mia mente d’idee adamantine fluisce, in tale lieve fluttuar mio, oggi angoscioso, domani contro il vostro esser permalosi.
Eh sì, la mia persona, così principesca, distinta e signorile, a differenza di molti di voi, che ragionano barbaricamente d’istinto e non rispettano le signore, passeggia con far altero, anche altamente ateo, in questo “monoteismo” delle certezze. Sì, io le certezze eludo e deludo chi pensava male di me, stupendolo a ogni rintoccar del gallo che, ogni mattina, annuncia un’altra vostra giornata di patetici orgogli e “disfide” fratricide a base di pettegolezzi stupidi e bassezze spietate. Ah, quanto è scellerata la vostra vita. Io rappresento per molti di voi colui al di sopra di tali ignobilità, in quanto come detto incarnazione della libera nobiltà. E il mio atteggiamento certamente indispettisce. Che bellezza…
Sì, molti pensavano che, riaffacciandomi alla vita “reale”, sarei crollato e miseramente sarei stato deriso per averla sempre, fin ad allora, vissuta in modo balzano e atipico. Son franco, quindi perché non farla f… a? Ah ah. Lo sa anche Francesca…, ah ah. E in tanti si son “accapigliati” per far sì che questa sciocca “profezia” si avverasse, inondandomi delle patenti più meschine. Inevitabilmente, abboccando maldestramente, caddi, ma mi rialzai più rinforzato, rincuorato che avevo ragione io.
Mi spiace, me egregio e non ancor, come codesti, nei luoghi comuni ingrigito, averli sp(i)azzati. Mi diedero del p… o e invece urlarono “ammazza…”. In questo stupore inquietante, di tutto lustro avanzo, snobbando con nonchalance i cattivi di turno.
Convinti che nessuno mi avrebbe apprezzato, essendo loro “fieri” osservatori delle false posizioni sociali, di tutto coro e poco core mi gridarono villanamente…
– Guarda che non ti apprezzano, nessuno ti ama. In verità, per farti contento, come si fa con gli scemi, ti blandiscono ma da dietro ti sfottono!
Mi spiace, lo ripeto a scanso di equivoci e anche per ribadire che sempre li scanserò, che invece sono in tanti, sinceri e affezionati, a considerarmi eccome, ad amare i miei scritti, a divertirsene, a gioirne con buona pace di tali ostinati detrattori. E a godere pienamente della mia persona.
– Se una donna “normale” viene… con te, è perché è una povera disperata non poi tanto dissimile dal tuo cervello bacato. Una Crista che voleva sperimentare qualcosa di diverso perché gli facevi pena e compassione.
Anche in tal caso, mi spiace smentirli, sono molte le donne, molte delle quali, peraltro, io rifiutai con gentilezza perché poco adatte al mio decoro, che a me non solo si approcciarono ma simbiosi totale cercarono, volendomi di amore tenero e piacevole, perché non sono persone che badano all’apparenza, ai soldi, al conto in banca e a quelle che sono soltanto, invero, perfidie, figlie di menti e anime povere di valori.
Così, tal falotico mio vivere si fa sempre più imprendibile stile, e aspetto di mangiare, stasera, i tortellini in brodo, alla faccia delle galline spennacchiate.
Dovete sapere, anche se voi lupi di mondo già lo sapete, che le galline hanno sempre freddo. E, quando non bastano i loro maglioni, per consolare i loro magoni da frustrate, cercano il calore di un uomo che sua “uomo” verace. Quel tipo di uomo non sono io.
Io sono un po’ bambino e un po’ nonno, un po’ gran signore e un po’ rincoglionito, un po’ oltre tutte le chiacchiere e un po’ De Niro…
Sprono i bambini a essere felici e ai finti adulti consiglio di tener il becco chiuso, una volta per tutte.
Sono un uomo titanico con la dolce brezza nei capelli.
E uso il dopobarba solo per non essere un barbone…
E ora applauso! Me lo son meritato, anche se mai, credo, sarò maritato. Agli stronzi offro un maritozzo in bocca e un amaro per digerire.
Ma Franco (la) fece fran… ca? Ah, battete la fiacca.
di Stefano Falotico