Sempre più scuro in volto, rimesto nel “vuoto” mio più riempito di emozioni di tante persone di “cuore”. A culo, sfango… i fanghi di questa sabbia mobile mi permeano d’una beltà inaspettata e son forse più sgallettante di John Turturro in Mac, film che ho visto forse in un’altra epoca mia da “sgangherone”.
Al che, dopo una cena di frittura di mare, ancor la vita marino, “ciambellando” nel mio oceano tenebroso, fatto di fantasie coi gatti neri e di un horror che “spasima” per volerne ancora. Inebriato di chiaroveggenza in questo mondo “solare”, tetrissimo passeggio nella mia ombra cupa come una giostra vicina a un chiosco senza anima viva. Lontano da voci indiscrete mentre contemplo e (non) tocco una figa smisurata che chiede invero un uomo appunto nero, “torbido” nel suo vincere illuso di “evincerla”. Scrittore “farabutto” della mia grandezza indiscussa, lavoricchio per sbarcare il lunario, sognando una me(ge)ra Luna.
Su Facebook, una donna mi critica per la mia “perseveranza” nella malinconia. Ma mi annoia e allora una risposta tanto per scriverle io annoto. Ed è ancora notte.
Domani, nella bella alba, un gallo festeggerà la convocazione in Nazionale degli spennati “a farsi” come il centravanti del Torino, Belotti. Chiamato da Ventura, torinese di adozione, nazional-popolare di trombette in bocca.
Che cazzo c’entra questo? Eppur la ficca battendo il figo, no, la fica, insomma la tua fiacca.
Come il grande Belotti, bello bello do di mac, no di matto, di testa che spunta e nell’angolo te lo sbatte, perdendo contro i milanisti, berlusconiani che furono, diavoli rossi.
Tags: Belotti, Gli sgangheroni, John Turturro, Mac, Milan, Torino